venerdì 19 settembre 2008

Ci sono giorni in cui l’ebbrezza mi travolge. Ci sono attimi d’infinita altezza in cui io sono tutto. E voi siete niente. Siete solo pruriginoso fastidio sui palmi delle mie mani. Questi palmi bianchi. Che vorrei vedere sporchi. Carichi di un rosso urlante. Che mi urla rabbia nel cervello. Su di voi si abbatterebbero non gentili. Ad eliminare quel fastidioso prurito sottopelle che mi procurate. Voi moralisti. Voi falsi dei. Voi che vi sentite giudicanti e basta. D’inappellabili sentenze dispensatori. Voi che vivete al sicuro nel vostro angolo caldo dove tutto v’è concesso. Che avete davanti sempre scelte comode. Voi che non avete bisogno di pregare. Perché avete già scienza di ogni cosa. Voi che vi ritenete insuperabili. I migliori. L’avanguardia. Altezzosamente al di sopra di tutto. Puri. Incontaminati. Non scalfiti da niente. Non da queste lacrime che a profusione m’inondano. Non da questo vento feroce che ostile mi soffia contro. Non da questo sangue nel quale sempre cammino.
Ci sono giorni in cui io vi travolgerei. Attimi d’infinita altezza in cui scellerata entrerei nei vostri sogni e contaminerei le vostre menti. Rivelandovi lo splendore del marcio. E dolcemente in voi la purezza massacrare. Squarciare certezze. Come tele d’arte contemporanea. Macchiarle insudiciandole di questo rosso urlante. Che mi urla rabbia nel cervello. Disperazione nelle membra. Io vi punirei finalmente padrona di quella superbia che a nessuno concedete. Perché solo vostro diritto è la superbia. Metterei fine al vostro delirio di onnipotenza con una sana e costruttiva giustizia-fai-da-te. Imbraccerei kalashnikov e farei fuoco su di voi. Che offendete la mia persona solo con la vostra presenza semplicemente. Un sexy e spietato killer sarei. Un killer guidato dalla bestia-mia-partorita-creatura. Che chiede sangue. Vendetta. Sterminio. Purificazione. Nirvana. A saziare la sua vorace fame. A dar sollievo alle sue feroci fauci dissolute.Ci sono giorni in cui userei efferata violenza su di voi. Vermi striscianti che sulla nuda terra giacete immoti. Vorrei veder saltare teste. Le vostre. Un’esplosione di stupida e inutile materia celebrale. Vorrei vedermeli serviti su di un piatto d’argento. I vostri decapitati crani. Sorriderei finalmente compiaciuta e appagata. D’aver dolcemente in voi la purezza massacrato. Squarciato certezze. Insudiciandole. Di questo rosso urlante. Nel quale sempre cammino. Nel quale sempre arranco. E farei sporcare anche voi. Vi monderei dalla vostra inettitudine in un sacro bagno purificatore. Le vostre stesse vene come rubinetti. Che v’inondano. Che vi urlano rabbia nel cervello. La stessa che le mie viscere consuma.Ci sono giorni in cui l’umanità mi urta il sistema nervoso. Mi fa provare pruriginoso fastidio sui palmi delle mani. Non gentili si abbatterebbero su chi non mi si confà. Mani punitrici e giustiziere. D’inappellabili sentenze dispensatrici. Io bellissima. Io potente. Io infinitamente immensa. Io giusta. Io pura. Incontaminata. Non scalfita da niente. Non da queste dannate lacrime. Non da questo graffiante vento. Non da questo sangue nel quale sempre cammino. Controvento. Contro tutti. Contro di voi. Incapaci. Che urtate con la vostra stolta presenza la mia magnifica persona. Io vi punirei con una sana e costruttiva giustizia-fai-da-te. Entrano nei vostri sogni e devastando le vostre sicurezze. Il vostro angolo caldo nel quale tutto v’è concesso. Riducendovi a vermi striscianti. Che sulla nuda terra giacciono immoti. Entrare furente nella vostra esistenza. E dolcemente in voi la purezza massacrare...


Vorrei essere un angelo e non avere sesso.Vorrei grondare sangue e per ogni goccia generare stelle orride e gelide.Vorrei avere occhi da innocenza violentata.Mangiare fiori e forse soffrire un poco.Piangendo chiamerei le tenebre..